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martedì 16 Luglio 2024

FAQ COVID-19

Gentili Colleghe, cari Colleghi,

di seguito abbiamo cercato di indicare delle possibili soluzioni ad alcune tra le situazioni più frequenti che si possono manifestare nella pratica clinica durante la pandemia da Covid-19.

Le risposte a queste FAQ sono il risultato dei contatti e confronti avuti con l’autorità Sanitaria territoriale di Pordenone nella persona del dott. Lucio Bomben e con il direttore del dipartimento di infettivologia dell’ASFO, dott. Massimo Crapis, seguendo i concetti già espressi nella videoconferenza del 03 novembre 2020, scaricabile dal seguente link :  https://bit.ly/3jXAJnf

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E’ indispensabile premettere che per i sanitari sono previste, a differenza di quanto avviene per la popolazione laica, deroghe elaborate allo scopo di evitare il blocco dell’attività sanitaria. In concreto, il personale sanitario NON è sottoposto all’obbligo di quarantena nei casi previsti e di seguito illustrati.

Per quanto riguarda le ASO che, in base al DPCM del 09 febbraio 2018, non sono considerate personale sanitario, l’autorità Sanitaria territoriale ha convenuto sul fatto che, nel contesto dell’attuale emergenza pandemica, sia del tutto invece ovvia la loro assimilazione al personale sanitario.

D: Cosa si intende per contatto stretto?

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Le definizioni sopraesposte sono tratte dalla sezione FAQ dell’area COVID 19 del sito del Ministero della Salute.

Gli odontoiatri che rispettano con attenzione le raccomandazioni elaborate dal gruppo di lavoro coordinato dalla CAO nazionale ed emanate dal Ministero della Salute (triage telefonico e di persona, DPI, procedure di sanificazione, ricambio dell’aria ecc.) possono ragionevolmente escludere il rischio di contagio in studio.

E’ molto importante fare attenzione ai possibili contatti in area relax/cucina se presente in studio: assicurarsi che il personale mantenga la distanza di sicurezza durante la pausa pranzo o caffè!

D: Cosa fare nel caso il paziente trattato ci comunichi nei giorni successivi al trattamento di essere stato riconosciuto positivo al covid-19?

R: se, come sopra descritto, abbiamo adottato tutte le procedure previste dalle indicazioni cliniche prodotte dal Comitato Tecnico Scientifico per l’odontoiatria durante la pandemia Covid-19, non dobbiamo fare nulla nel caso di terapie già completate, dal momento che tutti i pazienti che entrano nello studio vengono trattati come potenzialmente positivi. Nel caso si debbano invece concludere dei trattamenti, andrà valutata l’effettiva urgenza di tali trattamenti cercando il più possibile di procrastinare gli stessi fino alla negativizzazione del tampone del paziente.

SOLO nel caso ciò non fosse possibile, si programmerà l’appuntamento del paziente positivo al COVID 19 come ultimo della giornata, evitando così che possa incontrare altri pazienti e facendo particolare attenzione nell’applicazione scrupolosa di tutte le procedure di protezione individuale consigliate e di successiva sanificazione.

D: cosa dobbiamo fare se un componente del team odontoiatrico ci comunica di essere risultato positivo al Covid-19?

R : Il titolare dello studio contatterà il medico competente o il  Dipartimento di Prevenzione per  le necessarie istruzioni operative;  riceverà quindi ispezione/intervista da parte dell’Autorità Sanitaria volta a valutare le effettive condizioni di rischio eventualmente presenti in studio. (mancata applicazione scrupolosa dei protocolli).

Il soggetto del team risultato positivo andrà in isolamento fiduciario. Per rientrare in comunità dopo l’isolamento dovrà aspettare almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e dovrà aver effettuato un tampone nasofaringeo molecolare (tampone classico) con esito negativo dopo almeno 3 giorni senza sintomi.

Ovviamente queste prassi saranno dettate dall’Autorità Sanitaria competente.

Gli altri componenti del team esposti potenzialmente al contagio dovranno sottoporsi a tampone nasofaringeo molecolare:

  1. Se il risultato fosse negativo, potranno ritornare al lavoro, mantenendo però la quarantena (lavoro sì, niente spesa o contatti extra lavoro) per almeno 10 giorni. Al termine di questo periodo, in assenza di sintomi e con un test antigenico o molecolare effettuato al 10° giorno ovviamente negativo, potranno sospendere la quarantena. Se non fosse possibile realizzare un secondo tampone di conferma, il periodo di quarantena sarà prolungato a 14 giorni purchè non siano presenti sintomi.
  2. Se il risultato del tampone fosse positivo, sospensione dal lavoro e isolamento fiduciario obbligatorio per 14 giorni e comunque fino a negativizzazione del tampone molecolare

D : cosa dobbiamo fare se un componente del team odontoiatrico ci comunica di aver avuto nei giorni precedenti un contatto stretto con una o più persone rivelatesi poi positive al Covid-19?

R: Si consiglia di contattare le autorità competenti (Dip di Prevenzione/Medico Competente) per avere indicazioni.

In ogni caso, in assenza di prescrizioni delle suddette autorità, il componente del team potrà continuare l’attività lavorativa, dovrà tenere monitorata la propria temperatura corporea almeno due volte al giorno, non avere contatti stretti con gli altri componenti del team odontoiatrico e, in caso di insorgenza di sintomatologia, provvedere ad eseguire un tampone antigenico molecolare.

GLOSSARIO

  • La quarantena interessa le persone sane che sono venute a contatto con un positivo e potrebbero essere potenzialmente esposte al rischio infettivo. 
  • L’isolamento fiduciario riguarda i casi accertati di Covid-19 (Positivi al tampone) che devono separarsi dalla comunità

Le CAO territoriali si sono attivate con le strutture private del territorio per avere delle corsie preferenziali in modo da ottenere, con la massima sollecitudine, l’accesso per l’esecuzione di tamponi molecolari e il relativo referto.

D: Per quanto tempo devo conservare la documentazione per il triage? Questa documentazione deve essere compilata ad ogni accesso?

R: Il Triage odontoiatrico durante la pandemia CoViD19 è un momento fondamentale per garantire la sicurezza dello studio dentistico e di conseguenza per tutelare la salute dei pazienti e del nostro personale.
Risulta quindi fondamentale la corretta rilevazione e conservazione dello stesso, ragionevolmente per almeno un mese: vista l’importanza del documento, è però opportuna la conservazione fino a fine pandemia.
Sarà utile la relativa indicazione nel DVR, a tutela della sicurezza dei lavoratori, e la relativa conservazione con le modalità previste. Un mese dovrebbe essere un periodo ragionevolmente sufficiente, ma vista l’importanza del documento è opportuna la conservazione fino a fine pandemia.

E’ molto utile poter provare di avere realmente effettuato il triage: annotiamo in cartella data e ora del questionario telefonico! Alla prima visita, il triage sarà poi raccolto obbligatoriamente in forma stampata e sottoscritta (o, in alternativa, raccolto con modalità informatiche validate) e allegato alla cartella nella quale verrà anche annotato il momento del rilevamento dello stesso.

Qualora fosse necessario un ciclo di terapie con previsione di diversi appuntamenti, sarà sufficiente ripetere oralmente le domande ad ogni visita, annotare in cartella la temperatura rilevata e la nota “triage OK”, a significare che non è intervenuta alcuna variazione.

Non serve raccogliere ogni volta un questionario completo per lo stesso paziente!

In questo modo non accumuleremo risme di questionari anamnestici, ma potremo comunque provare di aver agito in modo corretto.

D: il passaggio della regione FVG da gialla ad arancione o malauguratamente a rossa comporterà per l’attività odontoiatrica il ripristino delle indicazioni date per il primo lockdown ( solo urgenze/emergenze) ?

R:  La risposta al quesito viene dal Presidente CAO nazionale, in una recente intervista  ..”Ad oggi nessuna limitazione per l’attività odontoiatrica, gli odontoiatri italiani devono continuare a garantire la salute dei cittadini.” E ancora ..” Salvo non vengano emanate specifiche restrizioni locali per le attività sanitarie private, e mi auguro che questo non accada, per salvaguardare la salute dei nostri pazienti, gli studi odontoiatrici devono continuare ad operare con la stessa responsabilità e dedizione dimostrata in questi mesi “.

Il presente documento redatto in collaborazione con il presidente CAO di Udine dott. Giovanni Braga, che ringrazio per la disponibilità e competenza di sempre, mi auguro possa rispondere in maniera soddisfacente a gran parte dei dubbi e delle domande che in questo particolare periodo sono pervenute alla CAO di Pordenone. Con l’occasione mi è gradito augurare a Voi tutti buona settimana.

Alessandro Serena

Presidente CAO Pordenone

per il documento clicca qui

Alessandro Serena
Alessandro Serena
Presidente CAO OMCeO di Pordenone, Presidente CAO FROMCeO regione FVG

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